Quando l’isola di Ventotene diventa proprietà imperiale , nel I sec a.C., i romani risolsero brillantemente il problema dell’approdo, creando un porto interamente scavato nel banco tufaceo che fosse protetto dai marosi e dai venti e che potesse ospitare le navi onerarie che provvedevano all’approvvigionamento di merci e materiali. E’ perfettamente conservato ed è ancora in uso. Esplorarlo e conoscerne le caratteristiche ci rivelerà le incredibili capacità progettuali degli antichi Romani, le ingegnose soluzioni introdotte per consentire l’attracco, l’alaggio delle imbarcazioni e l’immagazzinamento delle merci. Attraversando la zona detta Pozzillo, raggiungeremo le PESCHIERE, vasche artificiali scavate nel banco roccioso che si protende verso il mare aperto, dove i romani allevavano i pesci più prelibati per la tavola imperiale. Gli impianti ittici erano veri e propri status symbol, caratteristici delle ville dei ricchi romani, e testimonianza della passione dei Romani per il pesce di mare. Avremo così l’opportunità di fare un viaggio nel mondo gastronomico e nei gusti dell’antica Roma. Durata circa 3 ore
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Sul promontorio di Punta Eolo, circondata dal mare, sorgeva l’imponente villa “ad otium” costruita nel I sec a.C. per la villeggiatura dell’imperatore Augusto sull’isola di Pandataria, di sua privata proprietà. Ma nel 2 a.C. si inizierà a scrivere il destino di esilio e relegazione che caratterizzerà la storia del territorio insulare: verranno relegate sull’isola, per lo più con l’accusa di condotta immorale, Giulia, figlia di Augusto e moglie di Tiberio, cosi come sua figlia Agrippina, moglie di Germanico, e in seguito, Livilla, sorella di Caligola e Ottavia, prima moglie di Nerone, che subirà una morte violenta nel calidarium della villa. Con la fine del I sec e l’esilio di Flavia Domitilla, nipote di Domiziano, la villa verrà utilizzata solo saltuariamente, prima di essere abbandonata nel medioevo. Nonostante l’aggressione dei marosi e del vento, il continuo spoglio dei materiali costruttivi depredati attraverso i secoli, le evidenze archeologiche ci consentiranno di ricostruire il complesso monumentale e il progetto residenziale della grandiosa villa. Durata circa 3 ore Radioguide e biglietti d’ingresso al sito inclusi
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Le cisterne erano il centro nevralgico del sistema idraulico creato dai Romani per provvedere all’approvvigionamento idrico, visto che l’isola non ha fonti sorgive naturali. Furono realizzate nella zona centrale dell’isola, approfittando del declivio naturale che degrada verso la zona del porto e delle strutture residenziali. L’acqua piovana veniva captata, filtrata e incanalata per essere distribuita capillarmente nei serbatoi della zona abitata. Ancora perfettamente conservate, le cisterne “dei Carcerati e “di Villa Stefania” ci offrono l’occasione di riflettere sulle caratteristiche strutturali e funzionali degli impianti idrici creati dagli architetti dell’antica Roma. Con la caduta dell’impero romano, le cisterne verranno utilizzate come nascondiglio e come alloggio per i forzati che costruiranno in epoca Borbonica le strutture della nuova colonizzazione. Restano a narrare la loro storia i graffiti e i piccoli affreschi, ancora visibili sulle pareti di cocciopesto delle antiche cisterne. Durata circa 3 ore Radioguide e biglietti d’ingresso inclusi
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Con la promulgazione della Legge Rocco, nel 1926, Ventotene tornò alla sua triste funzione di luogo di confino: chiunque risultasse “scomodo” al nascente regime fascista veniva isolato dalla società civile e relegato sull’isola. Ripercorrendo gli angusti limiti della colonia confinaria (purtroppo la cittadella, simbolo della deportazione politica italiana e unico esempio di architettura confinaria, fu distrutta nel 1980), rivisiteremo i luoghi dove piu’ di 800 confinati hanno sofferto l’esilio e le persecuzioni della repressione fascista. Ci immergeremo negli anni piu’ bui della persecuzione politica di regime e della Seconda Guerra Mondiale, per scoprire come lo spirito politico di libertà e democrazia abbia saputo comunque esprimersi con grande forza creativa nell’organizzazione degli studi, delle mense, delle biblioteche, della musica, dell’orchestrina dei confinati, nell’Università del Confino, che formò la generazione di partigiani e padri costituenti che combatterono nella Resistenza e generarono un’Italia libera, democratica e repubblicana. Che immaginarono una Europa libera, unita e in pace. Durata circa 3 ore Radioguide incluse Accessibile ai portatori di handicap
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Nel 1797 fu terminata la costruzione di un carcere sulla piccola isola di Santo Stefano, difronte a Ventotene. Il progetto rispondeva agli stimoli culturali dell’Illuminismo, che reclamava l’isolamento dei colpevoli in un luogo per la espiazione di una “giusta” pena cosi da salvaguardare la società “sana”. Gli architetti, Carpi e Winspeare, crearono una imponente struttura a ferro di cavallo che divenne un modello di edilizia carceraria e che ancora oggi ci permette di meditare sulla storia della reclusione, sulla punizione e sulla redenzione, sull’idea di espiazione e di dignità umana, sui valori di una società civile. L’Ergastolo di Santo Stefano è ora al centro di un visionario progetto di ristrutturazione e valorizzazione di ampio respiro, che restituirà ai visitatori il Monumento di Importanza Nazionale, nel rispetto etimologico del luogo e della sua natura. Per questo, potremmo non essere in grado di visitarlo integralmente. Se le condizioni meteomarine non lo consentiranno, la visita sarà condotta con il supporto di video, foto e pannelli esplicativi. Durata 4 ore Radioguide incluse
biglietti di ingresso trasporto per e da Santo Stefano |